Monday, November 8, 2010

prevenire le violenze domestiche

CASA RIFUGIO PER MARITI ALLONTANATI

Dato che sono tante le notizie di cronaca che riportano drammi familiari di donne aggredite, e a volte assassinate, da mariti che non accettano separazioni e allontanamenti, ho pensato di fare qualcosa che fosse utile a prevenire questi episodi nella comunita’ locale dove risiedo.

Vivo da solo in un appartamento di cui non utilizzo un paio di stanze e le metto a disposizione per ospitare mariti separati, allontanati e incazzati per via che devono lasciare i figli, la casa e cercarsi un posto per aspettare, o la decisione di un giudice, o che le cose si rimettano a posto.

E’ una situazione difficile, non solo emotivamente, ma anche economicamente… ci sono molti casi in cui il marito allontanato deve pagare il mutuo della casa, passare gli alimenti per i figli e pagare le spese della sua sopravvivenza fuori casa e, spesso, facendo i conti, non ce la fa ad affittare un appartamento ammobiliato o una camera in albergo e non puo’ neppure tornare a casa dai suoi che vivono magari lontano dal suo posto di lavoro.

Per casi del genere, sarebbe opportuno che la comunita’ mettesse a disposizione degli alloggi temporanei, a basso costo, un residence ‘rifugio’ dove superare il momento di emergenza e prevenire l’esasperazione.
In altre comunita’ europee e americane, si sono anche organizzati gruppi di sostegno, di ‘auto-aiuto’ dove, parlando tra di loro della loro esperienza, i mariti allontanati trovano solidarieta’ e comprensione e, a volte, comprendono le cause e i possibili rimedi per ricuperare il rapporto familiare.

Per cui, venendo al punto, se conoscete qualcuno che si trova in questa difficolta’nella zona della bassa Valsesia, segnalate l’opportunita’ che offro e dategli la mia email.
Mi auguro che nessuno si trovi in quella difficile situazione, ma se invece, come dicono le statistiche e i sondaggi, i casi fossero diversi e numerosi, se vi trovate nella mia situazione (avete spazio e disponibilita’ umana e magari volete dividere le spese di affitto e di bollette) contattatemi e magari mettiamo in piedi una rete di accoglienza e solidarieta’ nella comunita’ che sara’ di esempio per altre comunita’ che vivono lo stesso problema.

Se chi legge non vive in Valsesia ma in un’altra zona, e gli piace l’idea, sia libero di farla sua e sara’ un autonomo, locale ‘costruttore di pace’ , un ‘Gandhi In Action’ nella sua comunita’.

Riccardo Gramegna
sendmymailto01@gmail.com

Dal 1985 coordinatore per l’Europa della Gandhi In Action International - www.gandhiinaction.ning.com
Nel 1986, Anno Internazionale della Pace, ha organizzato in Valsesia una Marcia per la Vita in Pace nella comunita’ locale. Non si chiedeva infatti il disarmo o la fine di una guerra, ma si chiedeva ai Valligiani di far la pace tra di loro, di adottare uno stile di vita non-violento e contribuire cosi’ alla pace del mondo. Alla marcia parteciparono, oltre ai moltissimi residenti, 30 rappresentanti di organizzazioni non-violente indiane e vari attivisti da tutta Europa. Ogni anno, da allora, sono state organizzate ‘feste comunitarie della pace’ in varie localita’ della valle per ricordare la marcia e il suo messaggio.

Saturday, October 23, 2010

Ayurveda, la cura non-violenta del corpo e della mente

Ayur (Vita) Veda (cono-scienza) e’ uno dei Veda, i testi sacri millenari della cultura indiana, e quello piu’ conosciuto perche’ e’ il libro della salute.
Praticamente potremmo definirlo il libretto di istruzioni per la manutenzione del corpo e della buona funzionalita’ di tutte le sue componenti. E’ un insieme di testi antichi e saggi che comprendono tutti gli aspetti della vita dell’essere umano e lo stato di salute viene misurato, su ogni piano, sul ben-essere di corpo, mente, anima e sulla loro armonica interazione.

Ogni malessere o malattia viene riconosciuta come uno squilibrio, un eccesso o una carenza nel flusso delle energie, che puo’ essere bilanciato per ritrovare la salute. Cosi’ anche l’Ayurveda ha le sue medicine e terapie, ma piu’ che un testo di medicina e’ un testo di stile di vita nonviolento, perche’ per essere sani, nel corpo e nella mente, per essere in armonia con il creato, occorre condurre una vita sobria e tenere la mente sgombra di paure, ansie e falsi bisogni.

Per cui se quello e’ un parametro per misurare la salute, oggi, anche secondo l’Ayurveda noi siamo tutti malati. Ma a differenza di altre terapie tradizionali, orientali e non, la medicina Ayurveda puo’ essere definita una cura non-violenta perche’ non agisce sui sintomi per sopprimerli o alleviarli solamente, ma bensi’ va all’origine elementare dello squilibrio e lo compensa, eliminando la causa della sofferenza. Non e’ dunque una medicina aggressiva ed invasiva che combatte, lotta contro la malattia con mezzi a volte devastanti, ma usa le informazioni che la malattia da’ per fare una ‘messa a punto’ degli equilibri elementari ed energetici e per correggere comportamenti, attitudini ed abitudini che sono con-cause degli squilibri di salute.

L’alimentazione, e’ ormai risaputo, e’ una delle cause principali delle molte malattie che affliggono il mondo occidentale e ci sono in giro un’infinita’ di diete per dimagrire, ma per ritrovare la salute, la serenita’, il ben essere di qualita’ cui tutti aspirano? L’Ayurveda ha chiare indicazioni per imparare a nutrirsi con consapevolezza e conoscenza delle diversita’ degli alimenti, in modo che la responsabilita’ della propria salute sia nelle mani della persona e non del medico.

Al medico, secondo l’Ayurveda, si ricorre quando l’individuo ha perso il controllo della propria salute e non e’ in grado di riacquistarla da solo… ha bisogno di aiuto.
Il nostro sistema socio sanitario invece, ci consiglia di rivolgerci al medico di base anche per controlli preventivi al motto “meglio prevenire che curare” e nel contempo ci ‘informa’ , con i “TG salute”, che ci sono malattie, che non avremmo mai immaginato di avere, ma che dovremmo invece preoccuparci di andar dal medico a farci controllare e…. i casi sono due… o vi trovano qualcosa e, prima e’ meglio e’, o vi rassicurano che non avete niente e potete passare ad un’altra ipocondria… ce ne sono cosi’ tante sul mercato, offerte sia dalle ditte che dal volontariato…

Quando si chiede a qualcuno “cosa ritiene piu’ importante nella vita?” e risponde “la salute”, mica vorra’ dire solo “stare fuori dall’ospedale’’!
E’ anche vero che nella nostra cultura contemporanea, la parola ‘sanita’, che poi dovrebbe essere lo stesso che ‘salute’, significa invece tutta la filiera di servizi e prodotti, per lo piu’ chimici’, del sistema sanitario nazionale e del sistema correlato, privato, convenzionato e colluso nel comune interesse di far soldi e di sfruttare l’ignoranza e la paura degli utenti… e cosi’ siamo tutti pazienti.

Con tessera sanitaria e codice fiscale in un solo documento, siamo dalla nascita all’autopsia, clienti di un’Azienza. Da quando e’ cambiata l’organizzazione della sanita’ nazionale e localmente le Unita’ USL sono diventate Aziende ASL, tutti gli ‘utenti’ di prima, sono diventati ‘clienti’ ed abbonati assicurati. E’ un cambiamento non da poco.
Si nasce ormai, quasi sempre, in ospedale e si muore ormai, quasi sempre, in ospedale. Non c’e’ proprio via d’uscita?
Per fortuna ce ne sono molte e la gente che perde la fiducia nel sistema trova alternative valide, come l’Ayurveda, e, oltre a curarsi gli effetti delle malefatte, trova soprattutto il modo e la motivazione per cambiare il proprio stile di vita, il proprio impatto ambientale.
E’ una rivoluzione anche questa, una rivoluzione irreversibile, lenta e non-violenta.

Wednesday, October 20, 2010

Sono un matto non-violento


Mi son sempre definito come un handicappato psichico, perche’ ho da molto tempo capito di non essere normale.
Oggi per essere normale occorre avere caratteristiche e capacita’ che, sinceramente io non ho… non sono competitivo per esempio, io sono per la cooperazione e la solidarieta’ e qualsiasi competizione la vedo come una patologia del sistema, quale che sia, specie quella sul mercato ed in politica.

Oggi per essere ‘normale’ bisogna essere egoisti, badare ai propri interessi, accumulare e mettere da parte e io sono incapace, son diverso e orgoglioso di fare la differenza.
Normale e’ colui che e’ capace di stare nella norma, di conformarsi, di conoscere e rispettare le norme e io non ne sono mai stato capace … siamo tutti diversi e io mi sento unico tra unici, seguo la legge del buonsenso, dell’amore, e il mio giudice e’ la coscienza.
Le leggi fatte dalle caste romane, quelle della prima repubblica italiana, sono troppe, viziate da interessi e corruzioni, non le capisco, e se le capisco la mia coscienza obbietta e mi impedisce di ubbidire.


Normale e’ tifare per una squadra, per una nazionale, schierarsi in una disputa, votare un partito, mentre io sono handicappato, sono neutrale… mi piace il calcio giocato bene, non voto da vent’anni, per non sentirmi complice delle malefatte degli ‘eletti’. Non delego nessuno per scelta consapevole. Non delego il potere, non collaboro con l’ingiustizia e non voglio condividerne la responsabilita’.

I normali sono preoccupati per la crisi, per la recessione economica, per la paura di perdere i loro patrimoni e cadere nella poverta’… e io? Io prego che succeda in fretta. Mal comune mezzo gaudio. Torneranno i valori umani, solidarieta’ e cooperazione, verranno fuori le persone giuste, cambieranno i sistemi e le regole del gioco e il bruco (vecchio mondo) diventera’ farfalla (nuovo mondo), quel mondo migliore che e’ possibile, eco-umano-sostenibile, agognato da tanti matti come me.



Sono nato ricco, benestante, e ho scelto volontariamentela poverta’. Invece che a fare soldi e a sfruttare il prossimo, mi sono dedicato a disperderli per aiutar la gente debole. Ho creato imprese non per far profitto, ma per dare opportunita’ di lavoro e di riscatto a persone emarginate, handicappate come me. E l’ho fatto fino a quando ho finito le risorse, e ho raggiunto l’obbiettivo di non aver nulla da perdere, la condizione del coraggioso.

E’ normale preoccuparsi per la salute ma io non vedo un medico da trent’anni per chiedergli come sto. Lo so io come sto e mi autogestisco il corpo senza pillole o tisane, ma col cibo, la respirazione e lo yoga della mente. Tengo sotto controllo e in equilibrio la relazione psicosomatica tra il mio corpo e la mia mente.

E’ normale anche avere la paura di morire, e anche li, io non ci sono. Non ricordo quando e chi mi ha fregato anche questa normalita’, ma da quando mi hanno detto, e poi ho capito, che io non sono il corpo e neppure il personaggio (entrambi morituri), ma son la vita, l’energia, l’essere spirituale (immortale) che usa corpo e personaggio come interfacce per agire nell’esperienza umana, sono pronto ogni momento a lasciare questo ‘reality’ senza rimpianti, attaccamenti o desideri inappagati.


E per finire, visto che diventa lunga e ce ne sono ancora molte ancora delle mie anormalita’, vorrei chiedere, a chi ha letto, ma… secondo voi, c’e’ la “normalita”?

Sono proprio solo io che sono tutto ‘fuori’ o siamo in tanti?
Perche’ ho l’idea che se ci contiamo, sono in molti di piu’ i “fuori” che non quelli che sono “dentro” i sistemi delle normalita’

Thursday, July 29, 2010

STAND BY

Stand by
I spend my time waiting,
Day after day, every moment
I eagerly wait for action time.
Akarma yoga … I think is the name of it.
Wait and have faith.. there will be action.
It is not now the time for you to move
Stay still and let Life decide
When it’s your turn to Be ready...
stay still and listen..
Stand by...