Wednesday, October 20, 2010

Sono un matto non-violento


Mi son sempre definito come un handicappato psichico, perche’ ho da molto tempo capito di non essere normale.
Oggi per essere normale occorre avere caratteristiche e capacita’ che, sinceramente io non ho… non sono competitivo per esempio, io sono per la cooperazione e la solidarieta’ e qualsiasi competizione la vedo come una patologia del sistema, quale che sia, specie quella sul mercato ed in politica.

Oggi per essere ‘normale’ bisogna essere egoisti, badare ai propri interessi, accumulare e mettere da parte e io sono incapace, son diverso e orgoglioso di fare la differenza.
Normale e’ colui che e’ capace di stare nella norma, di conformarsi, di conoscere e rispettare le norme e io non ne sono mai stato capace … siamo tutti diversi e io mi sento unico tra unici, seguo la legge del buonsenso, dell’amore, e il mio giudice e’ la coscienza.
Le leggi fatte dalle caste romane, quelle della prima repubblica italiana, sono troppe, viziate da interessi e corruzioni, non le capisco, e se le capisco la mia coscienza obbietta e mi impedisce di ubbidire.


Normale e’ tifare per una squadra, per una nazionale, schierarsi in una disputa, votare un partito, mentre io sono handicappato, sono neutrale… mi piace il calcio giocato bene, non voto da vent’anni, per non sentirmi complice delle malefatte degli ‘eletti’. Non delego nessuno per scelta consapevole. Non delego il potere, non collaboro con l’ingiustizia e non voglio condividerne la responsabilita’.

I normali sono preoccupati per la crisi, per la recessione economica, per la paura di perdere i loro patrimoni e cadere nella poverta’… e io? Io prego che succeda in fretta. Mal comune mezzo gaudio. Torneranno i valori umani, solidarieta’ e cooperazione, verranno fuori le persone giuste, cambieranno i sistemi e le regole del gioco e il bruco (vecchio mondo) diventera’ farfalla (nuovo mondo), quel mondo migliore che e’ possibile, eco-umano-sostenibile, agognato da tanti matti come me.



Sono nato ricco, benestante, e ho scelto volontariamentela poverta’. Invece che a fare soldi e a sfruttare il prossimo, mi sono dedicato a disperderli per aiutar la gente debole. Ho creato imprese non per far profitto, ma per dare opportunita’ di lavoro e di riscatto a persone emarginate, handicappate come me. E l’ho fatto fino a quando ho finito le risorse, e ho raggiunto l’obbiettivo di non aver nulla da perdere, la condizione del coraggioso.

E’ normale preoccuparsi per la salute ma io non vedo un medico da trent’anni per chiedergli come sto. Lo so io come sto e mi autogestisco il corpo senza pillole o tisane, ma col cibo, la respirazione e lo yoga della mente. Tengo sotto controllo e in equilibrio la relazione psicosomatica tra il mio corpo e la mia mente.

E’ normale anche avere la paura di morire, e anche li, io non ci sono. Non ricordo quando e chi mi ha fregato anche questa normalita’, ma da quando mi hanno detto, e poi ho capito, che io non sono il corpo e neppure il personaggio (entrambi morituri), ma son la vita, l’energia, l’essere spirituale (immortale) che usa corpo e personaggio come interfacce per agire nell’esperienza umana, sono pronto ogni momento a lasciare questo ‘reality’ senza rimpianti, attaccamenti o desideri inappagati.


E per finire, visto che diventa lunga e ce ne sono ancora molte ancora delle mie anormalita’, vorrei chiedere, a chi ha letto, ma… secondo voi, c’e’ la “normalita”?

Sono proprio solo io che sono tutto ‘fuori’ o siamo in tanti?
Perche’ ho l’idea che se ci contiamo, sono in molti di piu’ i “fuori” che non quelli che sono “dentro” i sistemi delle normalita’

2 comments:

  1. ciao Riccardo :)

    bella presentazione che coondivido nel modo più pieno ed assoluto amando presentarmi anche io semplicemente con la ricchezza di Quel: ".. un Diverso/a ..".

    buon proseguimento .. la Tua non è una via facile ma come Tutte le grandi sfide .. percorribile dagli audaci ;-)

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  2. Perchè ti chiami "fuori" con le tue parole ci sei dentro eccome, hai solo deciso di vivere come vorremmo fare tutti, ma che il sistema non ce lo permette per il bene dei nostri figli che credono in noi che gli abbiamo dato la vita. Si può cambiare il sistema? Non credo è nato storto sin dall'inizio dei tempi. Certo quando sarà se qualcuno mi chiederà se voglio ritornare; gli dirò no grazie è stato un piacere! :-)

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